L’orario di Città

A proposito di orari&Co, vi informo che non ho ancora pranzato, quindi noterete che tutto quello che si dirà in questo articolo sarà influenzato anche dalla mia notevole, notevolissima faaaameeee. Una sciagura per me che sono una persona schifosamente puntuale, nel senso che vorrei tanto organizzare le mie “cose” alias attività giornaliere – pasti inclusi – per ore perfette (della serie: colazione alle 7:00; merenda alle 10:30; pranzo alle ore 13:00)… ma devo dire che non è quasi mai possibile. Non è possibile fin quando hai tremila questioni che ti rubano tempo e un fratello che perde il pullman in maniera, questa sì, puntuale, praticamente tutti i giorni. Comunque questo inconveniente mi ha almeno fornito l’occasione per scrivere sul blog. Tornando all’argomento in questione, non so dire il perchè ma negli ultimi giorni mi sono soffermata parecchio su come Napoli sia una “città ad orario”. Voglio dire che cambia freneticamente volto – i suoi cittadini cambiano volto – a seconda dell’ora e che ogni ora ha una sua caratteristica prevalente. Per esempio, un orario come le sette/otto del mattino è l’orario della marcia studentesca, molto temibile. Non solo universitari. Studenti di tutte le età, ovunque. Gli autobus e i tram si fanno strapieni, i marciapiedi pullulano di zainetti colorati. Non è brutto, anzi. E’ solo molto affollato. Alle ore dieci, scomparsi gli studenti dalle strade – a parte gli universitari sballottolati da una sede all’altra – sono ormai svegli e pimpanti tutta una serie di figure professionali poco professionali e per nulla a norma di legge, come venditori di calzini, di accendini, di cover per Iphone, di cornuzzoli rossi. E di qua c’è il tipo della Crocerossa che vorrebbe tanto che ti dissanguassi, giusto un po’ e per il bene comune, di là la zingara incinta con i suoi numeri fortunati per il Lotto, a destra la bancarella dei libri, a sinistra tappeti di borse, cinture, portafogli. Temibilissimo anche questo. Eppure il peggio deve ancora arrivare. Da mezzogiorno fino alle due e mezza circa, tra il polo universitario e la stazione, è tutto un magna magna di pizzette, rustici, parigine, paninozzi con dentro qualsiasi cosa. E di qua il McDonald’s, di là Sorbillo, in mezzo bar bar bar mille bar-rosticceria. Non si salva nessuno. Puoi essere preparata quanto vuoi ma ti capiterà sempre di pensare: l’unica deficiente che è a dieta questo mese sono io? Poi nel pomeriggio un po’ di quiete, ma la sera è di nuovo battaglia tra nuove figure un po’ più cupe e altri personaggi bizzarri… ma bene o male sono tutti assonnati quanto te, se non a pezzi. E’ l’orario dei ritorni a casa, il migliore, credo.

A presto e stay weird!

3 pensieri su “L’orario di Città

Lascia un commento